Il giardino di Gaia

“I radiodrammi mi hanno accompagnato per molto tempo e credo che mi abbiano anche insegnato un po’ a scrivere.”

Massimo Carlotto

Produzione 2012 Fonderia Mercury

L’opera fa parte del progetto AutoreVole: audiodrammi in teatro in cui autori di fama nazionale si sono confrontati con la drammaturgia radiofonica. Allestiti in teatro, gli audiodrammi permettono agli spettatori – dotati di radiocuffie – di incontrare l’immagine acustica.

di Massimo Carlotto
 
Adattamento e regia: Sergio Ferrentino
 
Con: Ilaria Cappelluti, Alessandro Castellucci, Francesca Vettori, Roberto Recchia,  Maurizio Pellegrini, Dario Sansalone, Deborah Morese
 
Musiche Originali: Gianluigi e Giacomo Carlone
 
Sound design: William Geroli 
 
Fonico: Davide Tavolato Paolo Corleoni
 
Assistente di produzione: Monica De Benedictis
 
Produzione: Fonderia Mercury
Il libro de "Il giardino di Gaia"
Il libro de "Il giardino di Gaia"

SINOSSI

Gaia Convento Bruni è una donna con le idee chiare: si è creata una sorta di mondo perfetto, dove gestisce con mano ferma marito, figlio e il ruolo della famiglia in paese. Si ritiene una persona di buon senso e non si ferma di fronte a nulla pur di impedire che qualcosa turbi la quiete della sua esistenza. Quando scopre che il marito vuole lasciarla per un’altra, Gaia non si dispera ma reagisce per salvare il suo matrimonio. Non perché ami alla follia il marito, ma perché nella sua visione del mondo la separazione non è ammessa.
Al centro della storia ci sono le relazioni tra persone, stritolate da convenzioni sociali che non sono più in grado di sostenere progetti di vita reali e che la crisi ha reso ancora più “invivibili”. Le persone cercano alternative nella doppiezza, nel replicare clandestinamente affetti e relazioni per reggere la condanna a un’ineluttabile infelicità. In questo intreccio di relazioni si annida anche la violenza familiare, occultata grazie all’indifferenza degli altri.
Famiglia, amiche e amici. E amanti. Questo è il mondo che Gaia riunisce nel suo giardino per testimoniare al paese la perfezione del suo modello.

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